15 Maggio 2020

“Impariamo ad ascoltarci”

Ho avuto la fortuna d’incontrare il maestro Ezio Bosso a Bruxelles nel giugno del 2018, in occasione dell’incontro “Cultural heritage in Europe: linking past and future”; una persona che emozionava sempre, non solo quando dirigeva un’orchestra, ma anche quando parlava di musica e di Europa con passione e amore: “Noi, che dedichiamo la nostra vita alla musica, sin da piccoli frequentiamo tedeschi, austriaci, belgi francesi, Debussy, Brahms, Mendellssohn, per noi non esistono confini, perché la musica non è solo un linguaggio, è una forma di trascendenza. Da secoli suoniamo Bach, che da ragazzo camminò per oltre settanta chilometri per conoscere la musica di Benedetto Marcello e trascriverla, oppure Schubert, che spese gli ultimi soldi per andare a sentire Paganini, non perché era italiano, ma perché era un violino. L’orchestra che sto dirigendo adesso è italiana, il primo violino è rumeno, la prima viola ungherese, e così via, eppure siamo semplicemente un’orchestra, come quella che abbiamo sentito all’inizio di questo incontro e che ha proposto l’Inno alla Gioia. In quella composizione Beethoven, che sognava un’Europa unita, ha giocato sulla somiglianza e sull’affinità delle parole Freude (gioia) e Freunde (amici), amici che guardano insieme alla meraviglia del creato. Le nostre radici comuni sono quelle della musica e qualcuno prima di me, nato proprio oggi, l’aveva riconosciuto, si chiamava Claudio Abbado e quarant’anni fa fondò L’orchestra dei giovani della Comunità Europea. Da lui imparammo che l’Europa è un’orchestra e dalla musica impariamo ogni giorno la cosa più importante, ad ascoltare, ad ascoltarci, un grande musicista non è chi suona più forte ma chi ascolta di più l’altro, solo così i problemi diventano opportunità. Credete nella musica, credete nell’Europa”. foto: www.repubblica.it

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