11 Settembre 2023

Guaritori della Terra

“Perché le persone non sono qui ad ascoltare quello che abbiamo da dire?”, sono le prime parole pronunciate ieri mattina da Morzaniel Ɨramari nella sala Laguna, prima della proiezione del suo film “Urihi Haromatipè” – Guaritori della Terra-Foresta. Una trentina le persone in sala, nessun divo, nessuna autorità pubblica, ad ascoltare il grido in difesa della natura del popolo indigeno Yanomami che vive nel nord del Brasile: “Il tuono dice che ci stiamo annullando. Quando la terra sarà troppo malata, non guarirà più. Ci saranno solo sonno e paura. La pioggia non smetterà di scendere e la luce finirà, il cielo cadrà”.
Nel film diversi pajé, gli sciamani, dopo aver inalato una polvere ottenuta dall’albero Yakoana, parlano con gli shapiri, gli spiriti della natura, che stanno preparando la loro vendetta contro gli uomini, considerati il virus del pianeta. “Anche questa città andrà sott’acqua se il mondo continuerà ad essere in guerra con gli shapiri”, ha concluso Morzaniel Ɨramari davanti al sorriso amaro degli amici presenti in sala.
Nella giornata evento, “Gli occhi della foresta”, direzione artistica Silvia Jop di Isola Edipo si è ripercorsa la storia del popolo Yanomami sostenuto in varie iniziative da Fondation Cartier, immortalato dalla fotografa Claudia Andujar e raccontato nel libro “La caduta del cielo” dello sciamano e scrittore Yanomami Davi Kopenawa.
Resta senza risposta la domanda: “Perché l’arte non parla del cambiamento climatico e delle sue disastrose conseguenze, perché non dedica le sue opere a quello che è il Tema?
Con lucidità Amitav Ghosh – autore del recente capolavoro ambientalista “La maledizione della noce moscata” – aveva già dato una risposta in “La grande cecità”.
#VeniceFilmFestival #IsolaEdipo #Yanomami

RECENT POSTS

    Leave a comment