5 Settembre 2022

Alla scoperta del Marocco solidale


“Lì avevamo camminato a lungo verso il tramonto, nel vento ogni albero suonava la sua melodia, e il sole tra le nuvole sembrava luna”

Il vento dell’oceano

Ci sono viaggi che sono come una medina, pieni di cose, di gente, di sguardi, viaggi che ti portano in posti che non avresti visto mai, viaggi che cercano di costruire un mondo migliore, sostenibile, inclusivo, onesto. Sono a Casablanca e manca qualche giorno alla partenza, il vento dell’oceano soffia tra le piccole finestre all’ultimo piano di una casa stretta e lunga nell’antico quartiere ebraico“il mellah”, oggi Bhira, nella vecchia medina. Qui è cresciuto Mohamed Rafia Boukhbiza, fondatore dell’associazione Sopra i ponti con sede a Bologna, impe- gnato nella difesa di migranti e in progetti di cooperazione e turismo respon-sabile. Sua moglie Consuelo Paris, cittadina delle Marche, fa parte dello staff di ViaggieMiraggi onlus, una cooperativa sociale che è anche agenzia turistica alternativa, etica, solidale, con sede a Padova e centinaia di progetti sociali. Insieme ad altri otto soci animano la cooperativa Asdikae Bila Houdoud e il progetto Maroc Nature Culture, che favorisce il turismo responsabile e promuove on line i prodotti di oltre quindici piccole cooperative rurali nei settori alimentare, artigianale e cosmetico.

Ci aspettano giorni intensi, incontri con famiglie che vivono di piccole econo- mie, dialoghi con associazioni e cooperative che lavorano per il bene di tutta la comunità, luoghi di rarefatta e sorprendente bellezza come l’Arco del mondo della spiaggia di Legzira, le foreste d’argan con alberi che nel vento sussurrano enigma tiche melodie, i tramonti avvoltidai gabbiani a Essaouira, chilometri di canzoni e risate in compagnia, notti di luna piena, il richiamo potente del muezzin per la preghiera del mattino, i tamburi in pelle di dromedario riscaldati sul fuoco, la musica degli schiavi, lampeggianti teiere e fumanti tajine.

Maroc Nature Culture

Al primo piano di questa casa, con gli scalini stretti e colorati che si attorcigliano come le corde delle barche, due stanze, in una sono esposti i prodotti delle cooperative della rete Maroc Nature Culture e Rete Mediterranea per lo Sviluppo e l’Economia Sociale, nell’altra un bazar di capi d’abbigliamento, giocattoli e mate- riale sportivo da donare ai villaggi rurali e di montagna. Alle pareti manifesti che sanno da che parte stare, contro il razzismo e le mafie, a fianco delle minoranze, delle donne, dei migranti che vivono ai margini della società e senza prospettive per il futuro, se non il sogno disperato di superare le barriere alte sette metri di Ceuta e Melilla. Ad aiutarli la parrocchia di Notre Dame de Lourdes e le suore di Madre Teresa di Calcutta che distribuiscono duecento pasti al giorno con il loro furgoncino colorato che ormai tutti riconoscono e aspettano agli angoli delle strade. Non lontano dal quartiere Bhira, nella Medina, Lalla Taja, a fine Ottocento si prendeva cura degli orfani. Una donna libera a cui i padri padroni di allora negarono la sepoltura nel cimitero mussulmano. Fu il console del Belgio che mise a disposizione il terreno. La sua tomba è diventata un marabout, un santuario. Tra questi vicoli è cresciuto anche Mohamed Zerktouni uno degli eroi del movimento indipendentista marocchino e uno degli autori dell’attentato di Natale al Marché Central del 1953. “Esco per la preghiera, poi mangiamo”, dice Mohamed verso sera. “Ti accompagno”.Raggiungiamo la Grande Mosquée Hassan II che si staglia tra nuvole blu come il mare nella luce di un tramonto che ci ha preceduto, poi torniamo per un’ampia pista in terra battuta, uno squarcio tra le case popolari: il progetto del comu- ne è quello di costruire un grande boulevard, quello di Mohamed di opporsi a quest’opera “per non cancellare storia e memoria”.

Casablanca, 7 agosto 2022

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